Il termine “dissesto idrogeologico” viene definito come “qualsiasi disordine o situazione di squilibrio che l’acqua produce nel suolo e/o nel sottosuolo”. La legge-quadro sulla difesa del suolo 183 e le sue modificazioni successive ribadiscono il significato del termine, per cui attualmente i fenomeni ricadenti nel dissesto idrogeologico sono: l’erosione idrica diffusa (o erosione accelerata), le frane (comprese le DGPV), le alluvioni, l’arretramento dei litorali (o erosione costiera), la subsidenza indotta (dall’uomo) e le valanghe. Inoltre, vengono riconosciuti alcuni fenomeni quali gli sprofondamenti o sinkholes.
Il fenomeno è estremamente complesso e coinvolge numerosi fattori per cui la sua corretta simulazione richiede la modellazione geotecnica al continuo tridimensionale in grado di riprodurre la corretta stratigrafia verticale del versante, la risposta dei terreni, il calcolo idraulico e l’effetto in termini di spostamenti e cedimenti legati alla variazione del livello piezometrico della falda in seguito all’infiltrazione superficiale.
Attraverso questo articolo, scritto dal Dott. Geol. Ottaviani dell’Università di Padova, si vuole mostrare il caso studio della frana di Perarolo di Cadore simulata attraverso il codice di calcolo al continuo Flac3D in combinazione con il modellatore Rhinoceros per la generazione della geometria a partire dalla nuova di punti.
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