Le instabilità dei pendii rocciosi derivano da danni progressivi alla massa rocciosa, che comportano la propagazione dello scivolamento lungo le discontinuità esistenti, il cedimento di ponti di roccia intatti e la creazione di nuove fratture.
Nel caso alpino, lo scarico glaciale è spesso suggerito come il meccanismo predominante che prepara le instabilità dei pendii, portando allo sviluppo di rotture di massa rocciosa a trazione e al rilascio di stress su larga scala.
Inoltre, l’ambiente risente anche di variazioni significative delle condizioni climatiche sia a breve che a lungo termine, come i cambiamenti nella temperatura del sottosuolo e nella circolazione delle acque sotterranee, che possono a loro volta indurre notevoli variazioni del campo di stress.
L’obiettivo del lavoro "Analisi termomeccanica dei pendii rocciosi alpini: la frana di Cimaganda" è stato quello di valutare gli effetti delle variazioni di temperatura atmosferica sullo stato tensionale e sulla risposta deformativa dei versanti rocciosi mediante un’analisi numerica termo-meccanica in ambiente alpino con il software Udec della software-house americana Itasca.
I risultati hanno permesso di evidenziare come le variazioni volumetriche indotte dalla temperatura possono contribuire significativamente alla propagazione di rotture e danneggiamenti all’interno dei versanti rocciosi, nonché promuovere lo sviluppo di deformazioni e sforzi di taglio.
Con Udec si possono studiare l'influenza dei fattori climatici nell'evoluzione dei versanti alpini e i possibili scenari di evoluzione futura in relazione ai cambiamenti climatici in atto.