15 MARZO 2024

Comune di Reggio nell'Emilia: la digitalizzazione come leva per la valorizzazione del personale

by Harpaceas

Abbiamo avuto il piacere di intervistare la Dott.ssa Vanessa Gigli, Responsabile della UOC Reclutamento e Sviluppo del Personale del Comune di Reggio nell’Emilia, che ci ha spiegato come il Comune sta organizzando il processo di digitalizzazione per avviare una riorganizzazione del lavoro, per unificarlo il più possibile tra le varie aree  dell’Amministrazione.

«Buongiorno Dott.ssa Gigli, come mai mi trovo davanti alla Responsabile della UOC Reclutamento e Sviluppo del Personale e non al Responsabile Tecnico del Comune di Reggio nell’Emilia?».

« La domanda è assolutamente pertinente, infatti qui, all’interno dell'amministrazione comunale di Reggio nell’Emilia, il progetto è partito da un'iniziativa dell’Ufficio Tecnico del Comune di Reggio nell’Emilia, in collaborazione con il mio ufficio, con l’obiettivo di portare ad una riorganizzazione interna e ad una valorizzazione del personale».

«Dott.ssa Gigli, questo è sicuramente il modo migliore per affrontare una transizione digitale, mi può parlare quindi di come è nata l’idea?».

« In accordo con il settore tecnico dell'Amministrazione abbiamo deciso di utilizzare la digitalizzazione come leva per migliorare l’approccio organizzativo interno ai nostri uffici. Il primo obiettivo che ci siamo dati su cui lavorare era di aumentare e migliorare l’interazione tra diversi servizi dell’amministrazione comunale. L’intento era di utilizzare la digitalizzazione per avviare una riorganizzazione del processo di lavoro, per unificarlo il più possibile tra le varie aree dell’Amministrazione».

«Qual è oggi il punto della situazione?».

«Devo dire che abbiamo impiegato più tempo del previsto perché, nel frattempo, i progetti derivati dal PNRR hanno rallentato la tabella di marcia. In questo periodo stiamo concludendo la fase progettuale. Abbiamo adottato prevalentemente un approccio formativo, eravamo e siamo tutt’ora convinti che la strada migliore fosse quella della formazione, con un partner affidabile. Ci siamo quindi organizzati in gruppi di lavoro coincidenti ai diversi Servizi coinvolti. Lavorando a quattro mani con voi abbiamo pianificato un processo di sviluppo e un obiettivo a cui puntare tramite un percorso formativo».

«Per progetti come quello che avete intrapreso l’approccio formativo non è quello più scontato. Una scelta consapevole e coraggiosa la vostra, ce ne può parlare?».

«Certamente, non è stato semplice però eravamo decisi, abbiamo alternato momenti di formazione in gruppo a momenti di formazione frontale classica. Partendo da zero ora sappiamo cosa significa BIM. Siamo partiti coinvolgendo tutti i dipendenti che lavorano in questo ambito, tramite workshop interni, per prendere confidenza con il BIM e la digitalizzazione. Successivamente, insieme al settore tecnico, abbiamo ristretto il gruppo a dieci persone, ovvero quelle che stiamo cercando di specializzare e che l’anno prossimo formeremo sul project management e sugli aspetti tecnici del BIM, dal coordinamento alla progettazione».

«Come avete scelto Harpaceas?»

«È stata fatta una ricerca di mercato tramite internet. Due anni fa si parlava di BIM meno di oggi e abbiamo valutato possibili partner che avessero già avuto esperienze con l’Amministrazione Pubblica.
Si era deciso di cercare qualcuno con cui lavorare, che adottasse un approccio organizzativo, tecnologico e formativo insieme. Abbiamo visto l’esperienza fatta con Harpaceas del Provveditorato delle Opere Pubbliche di Lombardia ed Emilia-Romagna ed abbiamo deciso di contattarvi».

«Ci può raccontare come si è svolto il lavoro di implementazione del BIM e digitalizzazione dei vostri processi?»

«Qui mi devo rifare a quanto è emerso da un confronto con il settore tecnico.
Abbiamo iniziato con il supporto dei vostri esperti ma ad oggi sarebbe azzardato dire che, da un punto di vista tecnico, lavoriamo in modo diverso rispetto a due anni fa, principalmente perché il BIM non è ancora obbligatorio. Non abbiamo, però, smesso di prepararci. Abbiamo acquisito la capacità di redigere un Capitolato Informativo, tuttavia siamo solo all’inizio dell’implementazione delle competenze necessarie per poter ottimizzare il nostro attuale modo di lavorare.
»

«Visto il percorso fatto sino ad ora, dove si prospettano i cambiamenti più profondi nei processi e il vantaggio più grande nell’aver adottato questo nuovo modo di lavorare?»

« Il nostro Ufficio Tecnico gestisce un patrimonio edilizio molto vasto e complesso, quindi la digitalizzazione delle informazioni di progetto, ad esempio i materiali e le tecnologie utilizzate, per interventi di ristrutturazione e di nuova costruzione, ci consentiranno di intervenire sul patrimonio edilizio in modo più efficace e rapido, gestendo in modo ottimale le risorse che abbiamo a disposizione.

Mettere a valore il patrimonio informativo e conoscitivo che abbiamo è un'operazione complessa. Il BIM consente di migliorare ed efficientare la progettazione e la gestione delle opere pubbliche. Personalmente non sono in grado di dare una risposta tecnica alla tua domanda, perché non sono un tecnico ma mi occupo della gestione del personale.
Per quanto mi riguarda posso dire che l’aspetto della gestione informativa digitale in un’Amministrazione Comunale è fondamentale: chi gestisce il patrimonio deve sapere come è stato progettato.

La transizione digitale che stiamo portando avanti valorizzerà le nostre risorse umane. Nell’Amministrazione Pubblica la leva retributiva non smuove le persone, però consentire di aumentare le proprie competenze è il modo corretto per valorizzarle».

«Prima diceva "soddisfazione e crescita del personale", ci può parlare anche di "maturità digitale"?»

«Possiamo parlare quindi di maturità digitale, ovvero un percorso di sviluppo di nuove competenze per il personale che ha risvolti anche sul piano organizzativo interno. È un’opportunità che cerchiamo di utilizzare anche per migliorare i processi, coinvolgendo le persone più ricettive. Il problema non è imparare ad usare un software. È ormai parere condiviso che la maturità digitale si possa configurare come un modo diverso di lavorare».

«Come si è trovata con Harpaceas e con i nostri colleghi che vi hanno supportato?»

«A livello personale e umano benissimo, potrebbe sembrare una considerazione scontata, ma ritengo sia fondamentale quando si lavora a così stretto contatto. Dal punto di vista tecnico ho ottimi riscontri dai colleghi. Possiamo affermare che c’è stata sicuramente intesa comunicativa e Harpaceas ha colto appieno le nostre intenzioni e le direzioni del progetto, orientandolo maggiormente verso un approccio formativo piuttosto che consulenziale. La loro pazienza è stata ammirevole e per noi ha rappresento un valore aggiunto».

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